25 NOVEMBRE 2014
Oggi è il 25 novembre 2014, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne. Giornata importantissima, che non deve limitarsi ad essere l’unica. Non è con la retorica commemorativa che si affronta la violenza degli uomini sulle donne, piuttosto con una reale politica di cambiamento nei comportamenti di ogni uomo nella propria vita quotidiana: un impegno costante e quotidiano da parte di tutti.
E’ solo grazie al movimento femminista che le esperienze ed i saperi delle donne, hanno consentito la costruzione di percorsi di libertà e di autonomia, mettendo in discussione ruoli tradizionali e (ri)definendo non solo le donne ma le relazioni stesse, in particolar modo mettendo in luce anche il tema della violenza di genere.
In questi giorni, si sta tanto parlando di che forme dovranno assumere i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio per vittime di violenza, per poter soddisfare quanto stabilito dalle Istituzioni Nazionali. Personalmente ci accodiamo alla posizione assunta dalla Rete Di.Re, anche se riteniamo doveroso – nel rispetto delle Pari Opportunità e della valorizzazione delle differenze di genere – poter provare a prendere, anche noi uomini, la parola.
Crediamo sia importante che le persone, qualificate, che si trovano a interfacciarsi con le vittime/sopravvissute di violenza debbano essere obbligatoriamente e in fase iniziale di percorso, personale femminile. E’ altresì importante, però, che i Centri si possano timidamente e cautamente aprire ad un possibile dialogo con quegli uomini, come quelli che sostengono l’associazione LUI, che si trovano nella “terra di mezzo”.
Oggi l’associazione LUI compie 3 anni di vita. Una nascita – come abbiamo detto più volte – generata da una “costola” del Centro Donna del Comune di Livorno: nello specifico attraverso il supporto dell’Associazione Ippogrifo (Centro Antiviolenza della nostra città), che crede fermamente nella nostra “visione” e “missione”.
Siamo consapevoli di come il percorso di (ri)definizione del maschile e dell’idea di uomo sia ancora all’inizio, non solo nel contesto locale ma anche a livello nazionale, basti pensare che è appena dal 2006 che gli uomini ufficialmente e pubblicamente hanno iniziato a confrontarsi sul tema della violenza maschile sulle donne, assumendosene le responsabilità.
Per quanto ci riguarda, come co-fondatori dell’associazione, da tre anni a questa parte abbiamo iniziato un percorso individuale, gruppale e politico, che non avrà fine, indipendentemente dalle sorti dell’associazione stessa, poiché abbiamo imparato (e stiamo continuando ad imparare ogni giorno con fatica) a vivere le nostre singole vite con un’ottica di genere, non limitandoci alle attività più o meno istituzionali. Ed in questo sforzo, con umiltà, ci mettiamo la faccia, affinché altri uomini trovino stimoli per fare lo stesso.
Il paragone che più chiarisce questa nostra fase è quello di paragonarci a uomini emersi da sotto il mare che riescono, solo adesso, a vedere il mondo in maniera nitida.
Questo uscire dalle “acque torbide” del maschile patriarcale ci ha condotto, inevitabilmente, a prendere le distanze da certi atteggiamenti discriminatori in uso nella nostra società, cercando di sensibilizzare quanti più uomini possibile alla cultura della non-violenza, del dialogo, che passa anche attraverso la condivisione, la cura delle relazioni, la formazione, gli eventi pubblici e i percorsi di fuoriuscita dai comportamenti violenti.
A volte, in questo faticoso lavoro (del tutto volontaristico), capita di sentirci affaticati, sopratutto quando vediamo che i nostri sforzi non riescono ad aprire canali di ampio dialogo, come da noi auspicato.
In quei momenti – per la verità non numericamente importanti – vorremmo che anche le donne storicamente più “divisioniste” sostenessero pienamente il nostro lavoro, valorizzando le finalità che ci siamo prefissati, accogliendo senza pregiudizi quello che proponiamo alla società civile.
Tuttò ciò che tentiamo di fare come come uomini in cammino, verso un maschile non-patriarcale, ha come unico obiettivo il miglioramento dei rapporti interpersonali uomo-donna, donna-uomo e di tutte le altre relazioni sociali affettive e non.
Tutti e tutte insieme dobbiamo concederci di farlo, gli uni verso gli altri, quotidianamente, attraverso un dialogo che superi i confini di genere, costruendo solide relazioni di reale rispetto e reale parità.