Papillon bianco
Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza di Genere.
Un impegno che la nostra associazione porta avanti con orgoglio è quello di lavorare con le donne, per le donne, sotto vari profili: la condivisione emozionale tra uomini sull’essere maschi nella società d’oggi, mutuata dai gruppi di autocoscienza femminili; la diffusione della cultura del rispetto e della parità nella società civile; la formazione e l’educazione delle giovani generazioni contro la violenza di genere, stereotipi, bullismo, omo-trans fobia; il lavoro per diventare padri sempre più consapevoli di quello che vogliamo essere; il percorso di fuoriuscita dai comportamenti violenti per gli uomini che hanno posto in essere violenza di genere.
Nessuna di queste azioni concrete è scevra dall’intento principale di tutelare il diritto umano della donna ad essere se stessa nella società contemporanea. Non sono solo azioni di protezione, sono azioni che tentano di gettare le fondamenta per creare le condizioni per innestare una nuova consapevolezza e mentalità maschile che consenta di costruire nuove relazioni virtuose e non violente con le donne. Azioni che tentano di guardare oltre la punta del nostro naso. Con coraggio e lungimiranza. Non cerchiamo la facile vittoria ed il risultato a brevissimo termine.
Oggi indossiamo un papillon bianco, come simbolo di un fiocco bianco che è si è trasformato nel tempo. Simbolo di evoluzione. Simbolo di sforzo concreto nel fare la nostra parte, con umiltà. Pensando di essere utili ma mai indispensabili o autoreferenziali.
Per celebrare questa giornata, che è anche il compleanno di LUI, abbiamo pensato di raccontarvi una storia di fantasia che traccia il percorso del “bambino Lui” in questi primi anni di vita, dando giusto merito alle donne che hanno sempre creduto e che credono ancora in noi e nel nostro lavoro (Dr.sse Maria Giovanna Papucci e Maria Giuliana Tinghi):
“Sono un uomo e mi è difficile prendere parola in un giorno così importante ma sono un bambino e posso permettermi di parlare a cuore più leggero.
4 anni fa emettevo i miei primi vagiti, urlando al mondo che ero nato.
Nato da una costola del Centro Donna del Comune di Livorno: il 25 novembre 2011 nascevo insieme alla Rete Antiviolenza della Città di Livorno, siglata tra Comune di Livorno, Questura, Carabinieri, Azienda U.S.L. 6 Livorno e l’Associazione Ippogrifo. Un bel parto gemellare.
Ho iniziato a muovere i miei primi passi; sono caduto, mi sono sporcato ma ho imparato a prendere consapevolezza di me e della realtà circostante.
Le amiche del Centro Donna di Livorno mi hanno fatto indossare per la prima volta gli “occhiali di genere”. Queste lenti mi permettono di vedere la vita sotto un’altra ottica e, sopratutto, mi permettono di scegliere chi e cosa essere, al di fuori degli stereotipi e dei ruoli di genere.
Uscire dagli schemi e dalle aspettative stereotipate non è affatto semplice, rischi di essere diverso dagli altri, anche all’asilo me lo dicono…per questo, talvolta, li vorrei togliere e sentirmi come tutti gli altri bambini della mia eta’, restando nella mia zona di comfort.
Sto cercando di diventare un “bambino Vero”, piuttosto che un “Vero bambino”…ci provo, perché , da grande, voglio fare la mia parte per un maschile consapevole e non violento.
Mi piacerebbe tanto avere sempre nuovi amici con cui giocare, con cui crescere. Amici a cui prestare i miei occhiali di genere. Amici che potrebbero diventare importanti oppure solo di passaggio. Comunque amici. Amici e amiche con cui dialogare apertamente.
Vi aspetto per continuare a crescere insieme, a casa mia.
Suonate pure al campanello di LUI.”
(JP e GL)