Uno stato interessante
Sono passati diversi mesi da quando una mattina d’inverno del 2018, sono stato svegliato da mia moglie, per andare a fare colazione insieme a lei e trovare sul tavolo un “termometro” riportante la temperatura: “incinta”.
Così sono venuto a sapere che sarei diventato papà: inizialmente pensavo che mia moglie avesse la febbre e che volesse farmi vedere la temperatura del termometro, visto che in quei giorni riferiva “di non sentirsi tanto bene”, poi prendendo in mano “il termometro” mi sono reso conto che in realtà era un test di gravidanza che indicava che non ero più un uomo ma un futuro papà!
All’inizio non mi sono reso tanto conto, anzi forse mi sono comportato come ci si aspetta che un uomo si debba comportare… Baci, abbracci, congratulazioni verso la moglie…
La gravidanza viene definita uno “stato interessante”, con il tempo ho capito il perché!
Ho fatto molta fatica all’inizio nel comprendere certi atteggiamenti, reazioni e risposte da parte di mia moglie, non riuscivo a contestualizzarli, contemplarli e tanto meno comprenderli. Mi dispiace di questo e me ne vergogno ma ho dovuto fare uno sforzo per capire che quelle che a me apparivano come futili discussioni e arrabbiature, potessero essere imputabili a quello che stava avvenendo all’interno del corpo di mia moglie; ho dovuto mappare nuovamente il mio cervello, cercando di sintonizzarlo su questo nuovo stato: ho dovuto fermarmi, ascoltare, riflettere, comprendere e quindi rispondere. Passaggi forse per molti banali ma non per me, ci ho messo un po’ nel capire che qualcosa stava cambiando!
Questo stato interessante, mi ha permesso di conoscere una persona, non tanto nuova ma diversa rispetto a quella che credevo di conoscere: una futura mamma. Mentre questo stava avvenendo, mi sono reso conto che anche io stavo subendo delle trasformazioni o almeno, ora che scrivo, questo è il mio vissuto.
Quando studiavo sui libri di psicologia le dinamiche di gruppo, spesso e volentieri trovavo scritto che il cambiamento di un elemento all’interno di un sistema produceva un riflesso in tutto il sistema stesso: a ripensarci ora comprendo cosa questa frase intendesse dire…
Il passaggio da coppia a triade o per meglio dire famiglia, con la trasformazione fisica di mia moglie, ha comportato un riflesso nella mia persona, un cambiamento in me. Inizialmente non ci ho fatto caso ma poi, con il trascorrere del tempo, mi sono sempre più reso conto che, per assurdo, ho preso peso, soffro più frequentemente di sciatica, gli odori si sono acuiti e spesso e volentieri mi sento più stanco del solito tanto da sentire l’esigenza di andare a letto, quando possibile.
Oltre a questi cambiamenti fisici, sento dei cambiamenti emotivi: ansia e paura si iniziano a far sentire più frequentemente e le domande affollano sempre più la mia testa: “come faremo, cosa manca, cosa dobbiamo fare, sarò in grado di spiegare questo, riuscirà in quest’altro, si ma poi e i miei genitori…”
Le emozioni più grandi che ho sentito in questo periodo di “gestazione sociale” della nascitura, sono state due.
La prima è stata quando ho visto l’ecografia: è stato bello perché la bambina (perché di questo si tratta, una bambina) si era messa la mano di fronte al volto e a un certo punto si è grattata la testa… Incredibile, mi ha ricordato il gesto di mio nonno materno… Boh forse ho voluto vedercelo per sentire che quell’esserino aveva qualcosa di mio… Non so…
Il secondo momento invece è stato quando una cara amica ci ha prestato un po’ di vestiti e oggetti che ci potevano servire, come il marsupio… Quando me lo sono messo indosso per vedere come calzasse, ho sentito il vuoto dentro di me, come quando si fa un salto e non si riesce a percepire nessun’altra parte del corpo se non fino all’altezza dello sterno: lì ho capito che un piccolo essere si sarebbe aggiunto alla nostra tribù.
Queste sono solo alcune delle riflessioni che la gravidanza sta portando all’interno della mia vita di uomo in cammino, uno stato ricco di emozioni, riflessioni, interrogativi: uno stato interessante…