17 Giugno 2022

Trattamento degli Autori di Comportamenti Violenti

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Diverse settimane fa, il 25/05/2022, la Dott.ssa Elena Bonetti ha preso parola in Senato a nome del Governo sulla Relazione della Commissione Femminicidio sui percorsi di trattamento degli autori di comportamenti violenti, di cui riporto il video.
Oggi anche io vorrei prendere parola per esprimere il mio orgoglio e il mio sentimento di fierezza nel dire che quel discorso lo sento in parte anche mio, di aver contribuito sia fattivamente, operativamente che personalmente a questo importante traguardo.
Per me, il discorso della Bonetti è il risultato di un percorso che ha origine negli anni novanta, quando mia madre, frequentava il Centro Donna del Comune di Livorno, dove si parlava di linguaggio di genere, di femminismo, di politica, di attivismo, di donne, di pari opportunità, di differenze di genere. Quell’aria che mamma respirava la portava anche a casa, dove all’epoca mio padre cucinava per tutta la famiglia mentre i dibattiti politici su queste tematiche avevano luogo.
Inizialmente quell’educazione di genere che respiravo in casa veniva da me vissuta come un limite soprattutto nel confronto con i pari perché venivo tacciato di essere un “diverso”, poi lentamente quel limite ha iniziato a trasformarsi in risorsa, infatti nel 2005 ho iniziato le prime collaborazioni lavorative con l’Associazione Ippogrifo, agenzia di formazione presente sul territorio livornese dagli anni 80, di stampo fortemente femminista.
Il 09 maggio 2008, è stato il momento in cui ho incontrato quella che sarebbe diventata mia moglie e con lei, successivamente il suo mondo, tra cui anche i suoi amici, come l’Avvocato Gabriele Lessi, con cui ho iniziato una conversazione sui temi del genere.
Nel 2009 in Italia nasceva il primo Centro per Autori di Comportamenti Violenti, quasi contemporaneamente nel 2010 ufficiosamente Gabriele e io decidevamo di dare origine all’Associazione LUI attraverso un gruppo di autocoscienza maschile: uno spazio aperto in cui mettere in discussione la nostra idea di essere maschi nella società d’oggi. Decidemmo quindi una data simbolo in cui presentarci alla cittadinanza di Livorno: il 25 novembre 2011! 25 novembre giornata internazionale dedicata al contrasto della violenza di genere. 2011 presso il Centro Donna del Comune di Livorno, veniva siglato il Protocollo d’Intesa per il contrasto alla Violenza di Genere: Comune di Livorno, Prefettura, Arma dei Carabinieri, Azienda USL e il CAV – Centro Antiviolenza della Città di Livorno, rappresentato dall’Associazione Ippogrifo, responsabile anche del Centro Donna del Comune di Livorno, decidevano congiuntamente di lavorare per la messa in sicurezza delle vittime di violenza. In tale importante evento pubblico l’Associazione LUI si presentava alla cittadinanza: “è nata da una costola del Centro Donna, l’Associazione LUI”, proprio per sottolineare l’importanza simbolica del femminismo tra le nostre radici.
Sempre nel maggio 2011, veniva siglata la cosiddetta Convenzione di Istanbul, dove l’Italia era tra le prime nazioni firmatarie.
Gabriele e io, in questa riflessione sul maschile ci rendemmo ben presto conto che le nostre professioni d’appartenenza se implementate di una formazione specifica sulla violenza di genere, potevano fare la differenza al contrasto della violenza maschile sulle donne e poiché all’epoca, in Italia, il tema degli autori di comportamenti violenti era ancora troppo giovane, decidemmo di formarci direttamente all’estero, presso i primi centri mondiali che trattavano il tema da oltre trent’anni.
Ci tengo a precisare tali date perché segnalano la genuinità della nostra associazione e del nostro percorso sul maschile, soprattutto perché sottolineano come fossimo precedenti a qualsiasi normativa in ambito di violenza di genere e proprio per questo motivo l’Associazione Ippogrifo, dopo aver vinto un Progetto del Dipartimento delle pari Opportunità, ci incaricava di avviare uno sportello per autori di comportamenti violenti, chiamato P.U.M. – Programma Uomini Maltrattanti, riconoscendoci di fatto il nostro percorso di emancipazione maschile.
Queste difficili e non scontate scelte ci hanno permesso di essere già attivi con gli autori quando la Convenzione di Istanbul arrivava in Italia, nel luglio 2013 attraverso il Governo Letta e poi entrata in vigore da agosto 2014, diventando così, di fatto, uno tra i Centri per Autori di Comportamenti Violenti tra i più storici d’Italia.
Questo ci ha permesso di collaborare fattivamente, operativamente affinché si potesse anche giungere a quello che è meglio conosciuto come il Codice Rosso del 2019, che ha permesso la condizionalità dei rei di intraprendere percorsi rieducativi per la fuoriuscita dai comportamenti violenti come quello nostro, il cosiddetto P.U.M..
Quindi ben si comprende come sia contento e felice di questo discorso pubblico in Senato che denota un ulteriore salto di qualità in avanti verso il contrasto alla violenza maschile sulle donne e di cui in parte mi sento se non padre, quanto meno di aver contribuito.
Noi c’eravamo! Noi ci siamo! E oggi si iniziano a vedere i primi frutti di questo costante lavoro che ogni giorno portiamo avanti lavorativamente, politicamente ma soprattutto privatamente.
Mi sento di dire anche a nome dell’Associazione LUI che siamo dell’idea che purtroppo come uomini non basta nonfare violenza e non partecipare a violenze, non basta non fare niente, perché non implica nessuna partecipazione attiva personale a un possibile e auspicabile cambiamento. I movimenti delle donne hanno sviluppato pratiche e principi, come per esempio il partire da sé, che hanno reso possibile la trasformazione delle relazioni, delle gerarchie, delle leggi, delle diverse società nei diversi periodi storici. Da tutti questi cambiamenti epocali, per mano delle donne, gli uomini dovrebbero iniziare a prenderne sempre più coscienza e spunto per avviare una sempre più riflessione critica sulla nostra idea di essere maschi nella società d’oggi. In generale si tende a distinguere i “maltrattanti” (meglio sarebbe parlare di autori) dagli “uomini difensori delle donne”, dagli uomini dotati di autocontrollo, dagli uomini “buoni”, dagli uomini che rispettano le donne, più che riconoscerle libere ed autonome in quanto donne. L’Associazione LUI, promuove una seria riflessione e messa in discussione dei valori culturali fondanti della maschilità, rinunciando a tutti quegli “atteggiamenti mentali” che producono-inducono la violenza di genere e l’omo-trans-fobia. Siamo dell’idea che tutti noi uomini dobbiamo metterci in discussione, comprendendo che il rischio di attuare comportamenti violenti è presente in ciascun uomo, poichè purtroppo facenti parte del nostro bagaglio culturale di genere, intriso da antichissime tradizioni patriarcali che sempre hanno visto come elemento dominante il potere dell’uomo sulla donna, sia in casa che fuori.
La violenza di genere non è un “raptus”, spesso non deriva da una patologia medica, appare piuttosto come un “iceberg” di comportamenti e credenze, di cui è possibile vedere solamente “la parte che emerge dall’acqua”, ovvero le lesioni fisiche o, peggio ancora, il femminicidio.
Per provare a evitare tutto questo, noi uomini dobbiamo “metterci la faccia” e provare a metterci in discussioni, quindi in conclusione esortiamo tutti gli uomini a incontrarsi a parlare a confrontarsi sulla loro idea di essere maschi e se vorranno o se non sapranno come farlo possono sapere che ci sono realtà come l’Associazione LUI, che ci sta provando e che le nostre porte sono sempre aperte al confronto e al dialogo tra uomini sul genere.

JP

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