Ci scalderemo al fuoco delle vostre code di paglia – Perché tanti uomini hanno paura dei femminismi Lorenzo Gasparrini
Durante un evento pubblico a San Gimignano in cui l’Associazione LUI è stata invitata a prendere parola, mi sono imbattuto nella libreria Dalet – Illustro libreria di Domitilla Marzuoli, un “chicchino” di negozio, un amore di libreria con tanta professionalità e soprattutto tanta passione in quello in cui si crede e che si fa. Vi consiglio di andarci quanto prima a comprare qualcosa, merita! In tale suggestivo luogo non ho potuto fare a meno di fare una scorpacciata di libri tra cui: “Ci scalderemo al fuoco delle vostre code di paglia – Perché tanti uomini hanno paura dei femminismi” di Lorenzo Gasparrini di D Editore.
All’interno del presente sito non ho mai nascosto la mia ammirazione e interesse verso questo autore che parla in modo semplice di cose che ci circondano da sempre e a cui forse non prestiamo particolare attenzione, quando invece dovremmo. Anche a questo giro attraverso questo libro confermo quanto già scritto nei confronti di Lorenzo Gasparrini. A me piace Gasparrini perché è un uomo che parla agli uomini di questioni di genere e lo fa in modo semplice, ironico ma profondo, lo stesso modo che personalmente cerco di mettere nella mia vita privata, pubblica e ovviamente anche all’interno dell’Associazione LUI.
Consiglio questo libro perché, come sono solito dire: “non si smette mai di imparare”. Nonostante certe tematiche senta che mi appartengano fin dagli anni ’90, attraverso l’educazione impartita dai miei genitori e in particolar modo da mia madre, che all’epoca frequentava il Centro Donna del Comune di Livorno, ancora oggi sento di non saperne abbastanza!
Mi riferisco al fatto che le questioni di genere mi riguardano come uomo tanto nel privato quanto nel pubblico e sono dell’idea che noi uomini dovremmo provare a metterci in discussione provando a metterci la faccia costantemente e quotidianamente se veramente diciamo di essere “dalla parte delle donne”, dovremmo avere il coraggio di mostrare e dimostrare quanto lo siamo nei fatti, per esempio mettendoci in discussione in quelle che crediamo le nostre certezze, perché ci sono sempre state così da una vita, per provare a sondare nuove strade, in cui provare a esprimerci, fuori dagli stereotipi e soprattutto fuori da ogni tipo di possibile violenza.
Quanti errori di genere ho commesso nella mia vita, quanti ne commetto e quanti purtroppo ne commetterò… Leggendo il libro mi sono reso conto che purtroppo ancora oggi alla veneranda età di 43 anni sono ancora in una fase di apprendimento e di acquisizione di strumenti, concetti, linguaggi che mi permettano di esprimere sempre meglio il mio sentire nel rispetto delle pari opportunità delle persone che mi stanno accanto.
Il libro è un pamphlet: “[…] un breve libretto rivolto al grande pubblico, scritto con tono ironico, polemico, satirico, affinché ci si accorga e ci si occupi di una questione sociale […]”, in cui si analizzano diversi personaggi dalla cosiddetta “coda di paglia”: persone che avrebbero da vergognarsi di qualcosa che però non possono nascondere, perché scoprirne la falsità (la “paglia” della coda), sarebbe ancora più umiliante e pure pericoloso. Molti di questi personaggi siamo noi uomini, me compreso (ahimè), che abbiamo paura di criticare ed esplorare la nostra identità di genere anche se in realtà dovremmo provare a farlo per comprendere quanto siamo stati condizionati nelle nostre scelte che talvolta crediamo intime, private. La comprensione di tali condizionamenti potrebbe portare la consapevolezza della nostra identità di genere, che forse forse, è proprio quello che ci spaventa proprio di più come uomini.
L’invito che faccio ai miei colleghi uomini è quello di riflettere sull’immagine che viene data dell’uomo nella società, se c’è qualcosa che non vi torna, che non vi quadra, o che semplicemente non vi piace proviamo a fare qualcosa per cambiarla, non adiamo in “calcio d’angolo” dicendo che è lo Stato che deve cambiare, è la Scuola, è la Chiesa, è la Società che devono cambiare, proviamo a partire da noi. Se non facciamo qualcosa contro quella cultura che ci definisce in un modo che non ci piace, significa che ci sta bene così! Significa che ne siamo complici e che forse ci piace pure. Prendiamone atto e o facciamo qualcosa per cambiare le cose!
Buona lettura
JP