Mufasa – Il re leone
Adesso anche il regno animale ci parla del patriarcato!
Ormai tutto il mondo sta mettendo sotto analisi il patriarcato e le sue forme di manifestazioni.
Mufasa – Il re leone è un film della Disney del 2024 appena uscito nelle sale cinematografiche (19 dicembre 2024) diretto da Barry Jenkins, prequel e sequel del Il re leone del 2019.
Il film parla dell’”ascesa al potere” di Mufasa, padre di Simba, il re leone.
Il piccolo Mufasa, viene strappato via dalla natura, in tenera età, dai suoi genitori e viene trovato da Taka, quello che poi diventerà Scar, futuro erede di una stirpe reale di leoni. Il padre di Taka, per preservare la stirpe, non vuole accogliere un “randagio” come Mufasa ma viene convinto nel farlo dalla madre di Taka. Il re comunque, disprezzando Mufasa come leone, gli impone di crescere nel gruppo delle leonesse, rendendolo un diverso o come vorrei attenzionare io, un “figlio femminista” forse, visto che sviluppa competenze che altri leoni non hanno e che “ascolta” quello che le leonesse gli suggeriscono…
Nel film si vede come il padre di Taka faccia pressioni affinché il figlio sia ciò che il padre vuole per lui, un re, pronto a tutto pur di imporre sugli altri il proprio volere, fuori di metafora: un patriarca! Taka cresce pauroso, insicuro, non empatico, invidioso, falso, rancoroso fino all’epilogo finale in cui gli insegnamenti della madre riaffiorano per un istante alla sua mente.
Nel film si vede quindi come Mufasa intraprenda un viaggio verso un “posto nuovo”, leggendario, in cui solo lui inizialmente crede. Lungo questo viaggio però Mufasa incontra persone escluse, dei diversi, degli emarginati dai propri branchi, dei randagi come lui, fuori metafora animali con una “visione altra” rispetto alla massa, rispetto ai propri branchi d’appartenenza. Animali che quindi decidono di unirsi a Mufasa nel viaggio, divenendo un nuovo unico gruppo, un branco, con lo stesso obiettivo, la stessa visione (emancipata, paritaria), riconoscendo così in Mufasa quello che in realtà lui è…
Ovviamente questa spiegazione del film è una mia personale analisi adottando, come sempre, uno sguardo di genere in tutto quello che ci circonda.
Spero quindi di non avervi scritto troppo sul film, tale da non essere più d’interesse ma che anzi vi abbia incuriosito al punto tale di voler andare al cinema per vederlo con questa nuova possibile chiave di lettura, uno sguardo di genere.
Buona visione.
JP