Una campagna per la paternità in Italia?
Servirebbe anche in Italia una campagna sul tema della paternità e della condivisione della cura dei figli simile a quella del Fiocco Bianco[1]? Esistono nel paese gruppi che potrebbero promuovere e partecipare attivamente a una campagna di questo tipo? Le domande nascono da una recente conversazione con Michael Kaufman – noto attivista, scrittore, formatore sui temi della identità maschile e della parità di genere. Michael è stato co-fondatore della campagna del Fiocco Bianco e da qualche anno è particolarmente impegnato sui temi della paternità nell’ambito della campagna MenCare. Essendomi occupata per più di trent’anni di questioni di parità di genere ed empowerment delle donne in paesi in via di sviluppo, ho colto volentieri l’occasione per tornare ad occuparmi delle questioni di genere qui in Italia (i lettori perdoneranno quello che è ancora uno sguardo un po’ esterno sulla realtà del paese).
MenCare si definisce come “una campagna globale sulla paternità”. L’obiettivo della campagna è quello di “promuovere la partecipazione piena e consapevole degli uomini alla cura dei figli, per il benessere della famiglia tutta e la parità di genere”. MenCare è co-coordinata dalle ONG internazionali Promundo, che ha sede in Brasile, e Sonke Gender Justice, in collaborazione con MenEngage, una rete globale di ONG e agenzie delle Nazioni Unite che lavorano con uomini e ragazzi per la parità di genere. Presente in oltre 25 paesi, MenCare è più attiva nei paesi in via di sviluppo, ma i suoi membri sono operativi anche in Canada, USA, Norvegia, Svezia e Regno Unito. La campagna MenCare, che si è adattata a molteplici contesti locali, include anche componenti programmatiche per lavorare con uomini adulti e giovani. In questo senso, la metodologia è simile a quella del Fiocco Bianco.
Mutatis mutandis, servirebbe qualcosa di simile in Italia? I dati sulla situazione indicherebbero di sí. Quanto alla seconda domanda, ovvero se vi siano associazioni di uomini da cui partire per un’eventuale campagna sulla paternità, posso solo azzardare una prima impressione sommaria, sulla base di interviste con alcune persone informate, ed una ricerca su internet[2].
Vanno menzionate, innanzitutto, tre associazioni ‘storiche’ di uomini che si occupano della condizione maschile in un’ottica di trasformazione: Maschile Plurale, fondata nel 2007, rete di uomini che a loro volta fanno parte di diversi gruppi territoriali, presente in sette regioni di cui due al Sud; WhiteDove, Centro per lo sviluppo del Potenziale Umano, fondato nell’82, operante a Genova e in Liguria; e il Cerchio degli Uomini, fondato nel 1999, attivo soprattutto a Torino, in Piemonte, e con qualche intervento anche in altre regioni. Le ultime due hanno un approccio più psicanalitico quindi lavorano sul disagio maschile e con uomini maltrattanti, sia individualmente che in gruppi. Le tre associazioni hanno in comune la riflessione e il dialogo sulla condizione maschile, sia pure utilizzando modalità diverse. Tutte e tre svolgono interventi verso l’esterno quali iniziative con la scuola e con i servizi socio-sanitari; promuovono ricerca; danno sostegno ai centri anti-violenza. Maschile Plurale specifica che la riflessione è condotta “in un’ottica di parità di genere”. Per Maschile Plurale il tema della paternità è presente nella riflessione, ma non costituisce un settore di lavoro specifico. WhiteDove ritiene “fondante” il tema della paternità e se ne occupa da quindici anni. Anche per Cerchio degli Uomini la paternità è un tema centrale fin dall’inizio, cui è dedicato uno spazio specifico sul loto sito, e che figura nei corsi di accompagnamento alla nascita organizzati in collaborazione con le ASL. White Dove organizza ogni anno a Genova in occasione della Festa del Papà una iniziativa pubblica con il Comune di Genova in cui mette insieme padri e figli. Da segnalare il progetto realizzato da Il Cerchio degli Uomini, in collaborazione con la Regione Piemonte “Condividiamo con i Papà”, che fra le azioni intraprese dagli enti locali sulla genitorialità, sembra essere l’unica ad avere focalizzato specificamente sul ruolo dei padri. Per tutte le associazioni, la realizzazione di iniziative esterne trova un limite oggettivo nella crescente ristrettezza dei fondi erogati dagli enti locali.
Altri gruppi che portano avanti attività simili sono: Professione papà, Paternità oggi, Associazione LUI.
Vi è poi un numero crescente, seppure incomparabile con quello amplissimo delle mamme blogger, di uomini che raccontano, su blog individuali o collettivi (e di quelli per genitori ce ne sono davvero tanti), le loro esperienze come padri (vedi una simpatica rassegna sui ‘papà blogger curata dal forum Alfemmiile). C’è chi racconta semplicemente episodi della vita di padre; chi riflette anche sul bello o il difficile di questa esperienza. In alcuni dei racconti la madre figura poco o niente (o come più o meno simpatica arraffatrice di spazi genitoriali); altri parlano di condivisione di compiti.
Esiste anche un movimento, presente in varie località, di padri separati (di siti ne ho contati almeno una decina, e sicuramente ce ne ancora) che pongono il problema della parità dei diritti dei due genitori, con toni il più delle volte segnati dalle tensioni che accompagnano la separazione.
Nell”iniziativa lanciata da InGenere, Io concilio, i padri che tentano di conciliare lavoro e famiglia raccontano come si condividono i compiti fra genitori senza tralasciare le emozioni che si provano. Le storie ricevute finora sono ricche di spunti che meriterebbero di essere approfonditi (ed esempio, su quanti e quali compiti vengano effettivamente condivisi, i rapporti dei padri con le figlie femmine, con i figli a diverse età, se esiste un ‘imperialismo delle mamme’). Speriamo ne arrivino tante altre.
In sintesi, sulla base delle informazioni raccolte finora, questione delle risorse a parte, esiste un contesto associativo e culturale – e, direi, anche politico nazionale – da cui si potrebbe partire per costruire – sia pure in tempi non immediati – una campagna sulla paternità. Un’ iniziativa simile richiederebbe di collegare e mettere in sinergia, al Nord come al Sud, realtà importanti, ma tutt’oggi abbastanza frammentate e solo in parte orientate all’azione collettiva. Qualcosa che dovrebbe vedere gli uomini come protagonisti, e le donne come sostenitrici.
NOTE
[1] White Ribbon Campaign, movimento di uomini per l’eliminazione della violenza contro le donne.
[2] Ringrazio per le preziose informazioni Sandro Bellassai, Roberto Poggi, Arturo Sica, Alessandra Pauncz, Barbara Leda Kenny, e Giovanna Lauro (Promundo), ma la responsabilità di quanto scrivo è soltanto mia.