Green Book
Un grande film che ho visto e che credo faccia al caso nostro, dell’Associazione LUI, è sicuramente il pluripremiato Green Book film di Peter Farrelly del 2018. Tra gli attori più importanti ci sono Viggo Mortensen, premiato con il sia con il golden globe che con l’oscar come miglior attore non protagonista e Mahershala Ali.
Il film, ha anche vinto il golden globe e oscar per miglior film e migliore sceneggiatura, ed è tratto da una storia vera tra Don Shirley e Tony Lip (pseudonimo di Frank Anthony Vallelonga), in cui il grande pianista di colore afroamericano, interpretato da Mahershala Ali decide di fare un tour nel profondo Sud dell’America degli anni Sessanta, in un periodo storico di grande razzismo all’interno del paese. Per riuscire in questa impresa si fa accompagnare da un autista italoamericano, Tony Lip (pseudonimo di Frank Anthony Vallelonga), interpretato da Viggo Mortensen.
Durante questo tour di due mesi tra i due uomini, seppur così distanti tra di loro, un uomo di colore colto e raffinato e un uomo bianco etero della strada, si sviluppa una silenziosa e rispettosa amicizia. I due imparano a conoscersi, rispettarsi e a integrarsi. L’iniziale diffidenza si trasforma in fiducia tra i due che li porta reciprocamente a supportarsi nel portare avanti la loro idea di essere uomini nell’America di quegli anni, nonostante le costanti critiche da parte di chi li veda da fuori. I due si troveranno in un mondo ostile perché non conformi alle aspettative che la società ha nei loro confronti. I due, chi per un verso, chi per un altro, sono due emarginati della società perché il pianista di colore non è accettato dalle altre persone di colore perché troppo “bianco” ma al tempo stesso è emarginato dai bianchi perché pur sempre un nero. Allo stesso modo l’autista è emarginato dai bianchi perché non ha saputo trovare miglior lavoro se non quello per un nero ma al tempo stesso visto come un diverso dai neri.
La diversità può trasformarsi in un’opportunità se saputa cogliere permettendo quindi di trasformare noi stessi, rendendoci anche più belli e ricchi rispetto a quanto non sia già.
Oltre a queste importanti riflessioni il film mi ha portato a soffermarmi particolarmente sul personaggio dell’autista: uomo semplice, venuto dalla strada, razzista, che vive di piccoli espedienti, che non vuole lavorare come domestico, che esclude la moglie da possibili scelte, un uomo che si fa rispettare anche attraverso le mani e che inizialmente non desidera un futuro migliore a quello che ha già per sé e la sua famiglia.
Nello sviluppo del film Vallelonga, inizia a cambiare il suo modo di essere uomo abbattendo quegli stereotipi che lo legavano e lo limitavano come uomo.
Un film da vedere.
Buona visione.