29 Luglio 2024

I Centri per gli uomini autori di violenza in Italia – I dati della seconda indagine nazionale

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L’Associazione LUI APS è stata selezionata dall’IRPS-CNR (Istituto di Ricerca sulla Popolazione e le Politiche Sociali – Consiglio Nazionale delle Ricerche) per la seconda indagine nazionale sui Centri per gli uomini autori di violenza in Italia, attraverso il progetto ViVa – Valutazione e Analisi degli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, realizzato nell’ambito di un Accordo di collaborazione tra IRPPS-CNR e Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri ed è tra i 23 Centri (sul totale nazionale di 94 censiti) selezionati per un focus di approfondimento qualitativo dei modelli virtuosi di CUAV in Italia.

La ricerca quantitativa prevedeva tre principali ambiti di intervento:

  • Ambito 1: Contributo alle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, il cui scopo è quello di contribuire alla programmazione e all’implementazione delle misure di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne attraverso attività di studio e ricerca e consulenza metodologica;
  • Ambito 2: Studi di campo su attori e processi del sistema antiviolenza italiano, il cui scopo è quello di contribuire alla conoscenza delle caratteristiche e delle pratiche di intervento dei Centri per uomini autori di violenza e delle misure di empowerment attivate a livello centrale e locale in favore delle donne in uscita dalla violenza.
  • Ambito 3: Valutazione delle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, il cui scopo è quello di condurre studi valutativi sul Piano 2017-2020 e sul Piano 2021-2023 rispondendo ad una funzione rendicontativa e di apprendimento.

 

L’indagine sui Centri per uomini autori di violenza restituisce una fotografia aggiornata, dopo la prima del 2017, sulla distribuzione e le caratteristiche strutturali e organizzative di questi servizi specializzati.

Coerentemente con la prima indagine, anche in questa occasione sono stati invitati a partecipare i centri community-based attivi sul territorio nazionale e non quelli con utenza esclusivamente intramuraria.

A fronte di questi elementi di continuità, la ricerca rileva lo stato dei CUAV in Italia che a nostro dire sembra essere in forte evoluzione e dove l’Associazione LUI risulta essere nel 7% dei CUAV più grandi di Italia per numeri di accessi oltre i 100 utenti extramurari annui. Tra i 94 centri mappati, il 13% (tra cui la nostra realtà associativa), ha iniziato la propria attività prima del 2012, mentre il 70% degli altri cuav o sedicenti tali appaiono soltanto a partire dal 2020, dopo l’avvento del Codice Rosso del 2019. L’86% dei gestori dei cuav sono gestiti, come noi, da soggetti privati del Terzo Settore.

I dati evidenziano un cambiamento, nel corso degli ultimi cinque anni, degli approcci e delle finalità dell’intervento poiché l’approccio psicoeducativo (culturale/gender based) ha superato per incidenza quello psicoterapeutico, a fronte di un maggiore legame degli invii dalla giurisdizione (soprattutto penale) ed anche a seguito del modello mutli-disciplinare di equipe che l’Intesa Stato Regioni, n°184/2022 ha proposto, integrando e incentivando l’inserimento nei cuav di  professionisti provenienti da altre professionalità di base, pur in affiancamento ad almeno uno psicologo. Questo ultimo dato ci pare particolarmente significativo perché è l’esatta descrizione dell’equipe di Associazione LUI che, fin dagli esordi nel lontano 2010,  è costituita da più professionalità tra cui quella dei cui co-fondatori, di avvocato e psicologo-pscioterapeuta. Ciò comporta che l’anamnesi dei casi in ingresso prevede un più ampio know-how per cercare di rispondere quanto più adeguatamente ai bisogni complessi dell’utenza e del professionista inviante, da analizzare caso per caso ed a cui assegnare un piano ri-educativo personalizzato la cui articolazione, modalità di svolgimento e durata sono definite dall’equipe osservante e dall’operatore che ha in carico il soggetto sulla base di elementi caratterizzanti la singola situazione.

Un vistoso cambiamento emerge anche con riferimento alla crescita dell’approccio criminologico-penale dell’utenza che è caratterizzato in prima istanza per il fatto di arginare i tentativi di negazione o minimizzazione dell’autore di violenza a partire da un riscontro sui dati oggettivi del fascicolo criminale e dei provvedimenti penali che lo hanno interessato, non demandando al solo vissuto o al mero racconto dell’interessato la constatazione di un eventuale negazionismo o motivazione all’ingresso nel percorso. Questo approccio è quello adottato da sempre dall’Associazione LUI ancora prima dei criteri minimi nazionali, perché frutto di una visione della problematica come complessa e strettamente connessa alla verità processuale.

Il cuav dell’Associazione LUI è inoltre in linea con i requisiti minimi dell’Intesa Stato Regione su detta, insieme al 43% dei cuav analizzati, sebbene la ricerca rilevi che la percentuale degli altri cuav o sedicenti tali non in linea con i requisiti minimi dell’intervento.

Da stigmatizzare è il fatto che le prestazioni offerte dai cuav nel 73% dei dati dichiaratamente corrisponde a una “consulenza psicologica”, di cui il 50% la prevede come psicoterapia individuale e il 34% come psicoterapia di gruppo, contraddicendo quanto previsto per iscritto dal Legislatore nell’Intesa Stato Regioni sull’approccio multidisciplinare.

Con riferimento alle modalità di ingresso al cuav, l’indagine evidenza una diminuzione drastica degli accessi spontanei che passa dal 40% 217 al 10% del 2022. Questa diversa proporzione deriva dal fatto che in 5 anni gli invii dai professionisti (usualmente avvocati), sono passati dal 10% al 32%, mentre sono passati dall’11% al 20% quelli inviati dall’autorità giudiziaria e dall’1% al 13% quelli dal Questore: percentuali che per sommatoria evidenziano che il settore è a maggioranza di invii giurisdizionali.

Una piccola ma vera rivoluzione in appena cinque anni, che ci colloca nell’alveo delle esperienze internazionali del tutto interconnesse con la Rete giurisdizionale e del settore dei servizi antiviolenza.

LUI

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