I tutto fare
Finalmente ho un attimo di respiro e pace da potermi dedicare, in parte a questo articolo a cui pensavo da tanto tempo, per l’esattezza da domenica 25 settembre 2022.
L’Associazione LUI è stata invitata a prendere parola al Trevignano Film Fest, che si è tenuto dal 22 al 26 settembre 2022, venendo invitati da Corrado Giustiniani, Presidente della Rassegna, persona squisita e incredibile, a mio modesto dire.
Il tema del Festival era, come da nostro articolo: “Le ferite di Adamo – Il cinema racconta le fragilità maschili”. In tale occasione ho avuto la possibilità di tornare finalmente al Cinema, cosa che non facevo più dal Covid-19 e questa cosa mi ha rincuorato anche se devo riconoscere di esserci andato un po’ impaurito, per quello che mi aspettava e per possibili contagi.
Fatto sta che sono andato e sono stato bene. Ho avuto modo di vedere un po’ di film e devo dire che sono rimasto favorevolmente colpito da uno che vorrei provare a consigliare di vedere, ovviamente con degli occhi di genere: “I tutto fare”.
La regia è di Neus Ballaus i Montserrat, gli attori che io sappia non sono famosi e il film si sviluppa in 88’, quindi chi desidera approcciarsi a tale film non si aspetti un film stile “The Avengers”, giusto per capirsi.
Il film racconta di tre uomini, tre generazioni a confronto. Quello che li accomuna è il fatto di lavorare per una piccola società di riparazioni di Barcellona. Persone tutto fare, appunto!
Il film a mio dire è interessante perché il più anziano parla catalano, l’altro spagnolo e poi c’è il giovane di origine marocchina e questo aspetto è a mio dire molto simpatico e non so quante persone del pubblico italiano lo hanno notato, visto i sottotitoli però sottolinea come tre generazioni, tre mondi e tre modi diversi di vivere la vita. I tre si chiamano Pep (l’anziano), Valero (lo spagnolo) e Moha (il marocchino). Il tema del film parla di come sia difficile per un uomo anziano cedere il passo a qualcun altro che lo si sente impreparato, non ancora del tutto maturo, così come per altri è difficile mandare giù il fatto che altre persone provenienti anche da lontano siano più disponibili e anche più portati per certe cose. Quindi attraverso silenzi, battute sessiste, pregiudizi i tre iniziano a parlarsi, smussare gli umori, i malumori maschili che albergano in loro e tra di loro, scoprendosi amici leali l’un per l’altro.
A me è piaciuto e faccio un plauso perché il film è di una documentarista che ha lasciato che gli attori si conoscessero per più di due anni insieme e poi si è affidata all’improvvisazione.
Consiglio quindi la visione e ringrazio nuovamente Corrado Giustiniani per l’opportunità offerta.
JP