17 Giugno 2024

In & Out

81Ynkb9xvxL._AC_UF1000,1000_QL80_

Uno dei primi e pochi film di Hollywood che ha provato a trattare in modo leggero il tema dell’omosessualità è stato In & Out del 1997 di Frank Oz con Kevin Kline, Tom Selleck, Matt Dillon e Joan Cusack tra gli attori più famosi.
Il film risulta interessante agli occhi (di genere) dell’Associazione LUI perché ci sono diversi importanti passaggi da analizzare.
Per esempio all’inizio del film quando si vede lo spezzone del film Servire e proteggere, si evidenzia come nell’ambito militaresco, l’omosessualità possa essere inconcepibile e intollerabile, infatti “Cameron Drake” (Matt Dillon), nel film per cui vince l’Oscar, si vede come venga espulso, nonostante sia plurimedagliato dal corpo militare, ma espulso in quanto omosessuale!
Il film è quindi di nostro interesse perché porta all’attenzione il tema dell’omosessualità e soprattutto dell’omofobia.
Oltre a questo nel proseguo del film si vede come i luoghi comuni e gli stereotipi serpeggino tra le persone e come certe aspettative che queste hanno su di noi, come per esempio anche la famiglia, possano influire e pesare sulle nostre scelte e sui nostri desideri anche affettivi come l’orientamento sessuale.
Questo aspetto ben si evidenzia per esempio quando la madre del protagonista, Kevin Kline, non sia tanto interessata a chi sia il figlio o cosa abbia fatto ma che in un modo o nell’altro venga celebrato il matrimonio, perché è per lei come una “droga”.
·   Cosa significa per un uomo riconoscere a se stesso di essere omosessuale?
·   Quanto può essere difficile per un uomo essere se stesso, al di là del proprio orientamento?
·   Quanto pesa, quanto influisce, su un uomo le aspettative che le altre persone e/o la famiglia possano avere su di lui e sulle proprie scelte?
·   È ineluttabile che un uomo leccato, ben vestito, appassionato di letteratura, intelligente, persona assolutamente per bene sia obbligatoriamente gay?
·   “Quante strade un uomo deve percorrere per essere chiamato uomo”?
A mio dire il film fa riflettere su quanto possa essere difficile per un uomo scoprirsi omosessuale ma anche scoprirsi come un uomo, in generale come anche una persona fuori dagli schemi della convenzione e dagli stereotipi.
Altro sottile ma importante passaggio del film è il dialogo iniziale tra Kevin Kline, che nel film interpreta un professore e il proprio Dirigente Scolastico il quale lo convoca nel suo ufficio per “consigliargli” di sposarsi con Joan Cusack, perché se non lo dovesse fare si troverà nella situazione di doverlo licenziare. Oggi questo atteggiamento ha un nome e si chiama mobbing lavorativo.
Kevin Kline all’inizio del film cerca di fare di tutto per dimostrare a se stesso e alle altre persone che sia un vero macho-man: cambia il tono di voce, usa un linguaggio scurrile, vuole ubriacarsi, obbliga la propria fidanzata a perdere oltre 30 Kg, a comprarsi un vestito da matrimonio scelto da lui e vuole avere un rapporto sessuale con la propria ragazza prima del matrimonio nonostante avessero deciso di aspettare la prima notte di nozze, cerca perfino di seguire i suggerimenti dati da una audio cassetta sul machismo dove gli viene suggerito per esempio:
·   Di vestirsi in modo moderatamente virile.
·   Stai bene eretto!
·   Tirati fuori la camicia solo da una parte!
·   Sistemati il “pacco”!
·   Ripetere frasi come: Ah oh! Bella fica!
·   E infine il momento più critico del comportamento virile: ballare! I veri uomini non ballano! Evitano il piacere, la grazia! Gli uomini lavorano! Bevono! Hanno la schiena a pezzi, prendono a calci, fanno a cazzotti.
Per sentirvi uomini veri dobbiamo fare tutto questo?
Ma alla fine la verità viene a galla e Kevin Kline fa coming out o per meglio dire outing, questo gesto crea ovviamente scompiglio ma al tempo stesso nel gruppo delle donne (e non credo sia un caso) apre un grande senso di libertà tale per cui iniziano a confidarsi dei piccoli “segretucci”, che le fanno sentire libere e libere di ridere!
Haward (Kevin Kline) come Cameron Drake (Matt Dillon), viene licenziato dalla scuola ma il suo gesto dà l’opportunità a tutta la sua comunità di riferimento di sentirsi libera di essere se stessa, fuori dagli schemi e dai pregiudizi, riconoscendo l’importanza di essere stessi al di là dell’orientamento sessuale.

JP 

Potrebbero interessarti

schwa
17 Marzo 2022

Schwa

L’Associazione LUI crede importante segnalare, per chi ancora non lo sapesse, che in questi mesi tra le diverse preoccupazioni e le mille notizie che sentiamo, c’è anche quella della schwa, che si pronuncia “scevà” o semplicemente ə, una lettera dell’alfabeto fonetico che permette di rivolgersi a una moltitudine mista....

Strisce-pedonali
27 Novembre 2020

Sulle strisce. Nascita di un pregiudizio

Nota dell’Autore. Questo articolo è stato scritto ai primi di gennaio 2020. Dunque prima di qualsiasi informazione certa sulla pandemia da Covid-19 E di ogni tipo di provvedimento, preventivo o ingiuntivo da parte dello Stato italiano in merito. È un venerdì subito prima di Natale, precisamente il 20; l’aria...