Io non ho paura
Qualche tempo fa, ho rivisto un film che già la prima volta che lo vidi mi piacque molto, ma oggi, alla luce del percorso intrapreso attraverso l’Associazione LUI, acquista per me, una nuova valenza ancora più importante e ricca di spunti. Sto parlando del film: “Io non ho paura”, un film del 2003, diretto da Gabriele Salvatores.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, il film ha vinto un David di Donatello ed è stato scelto come film per rappresentare l’Italia agli Oscar. Questo film è riconosciuto come d’interesse culturale nazionale dalla Direzione generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, in base alla delibera ministeriale del 4 febbraio 2003.
Il film, a mio avviso è tutto spettacolare, ma ciò che mi interessa sottolineare e portare all’attenzione, è lo “sguardo di genere maschile”, in particolare sottolineando quei passaggi del film che mostrano quel maschile di cui tante volte parliamo come Associazione LUI, che nel film viene a mio avviso ben evidenziato in diversi passaggi.
Il primo è sicuramente quando Michele, il protagonista del film, giocando con gli amici a rincorrersi fino a una casa abbandonata e diroccata tra campi di grano in un giorno d’estate, decidono chi deve fare la penitenza, che toccherebbe a Michele, arrivato ultimo per aiutare la sorella in difficoltà, ma a seguito di una votazione viene deciso che tocchi a una loro amica, Barbara. La penitenza è quella di abbassarsi le mutandine davanti a questi ultimi. Proprio all’ultimo Michele salva la ragazza dal gesto sessuale e decide di fare lui la penitenza arrampicandosi sui muri della casa. E’ anche così che nasce tra noi maschi il bullismo! Situazioni di vita quotidiana, tra bambini, cui il bullo della situazione decide tutto per tutti, mostrandosi forte e aggressivo con quelle persone che non potranno mai reagire: una bambina. Mostrandosi anche apparentemente democratico permettendo agli altri membri del gruppo di esprimersi, ma nessuno ha il coraggio di votare contro la sua decisione di far abbassare le mutandine a Barbara, verso la quale quindi si ribadisce la regola del più forte, prendendola anche in giro perché si è messa a piangere. Il più forte può tutto e in particolare su Barbara. Tutto questo è possibile fino a quando qualcuno non si ribella a questo questo: emerge Michele che toglie dall’imbarazzo Barbara e mette in difficoltà il bullo, senza dover ricorrere a nessuna prevaricazione o supremazia. Michele sarà costretto a una penitenza più pericolosa alla quale saprà cavarsela egregiamente perché non spinto da una prepotente prevaricazione ma quanto piuttosto da una intelligenza consapevole delle proprie azioni.
Il film “Io non ho paura”, mette in luce come il potere possa essere distruttivo conducendo alla rovina, a tutte le età: tra bambini e grandi che per ottenere ciò che vogliono sono disposti a passare sopra alla vulnerabilità dei bambini.
Film da guardare e di cui parlare insieme, perché il dialogo tra generi supera ogni confine!