Un grande livornese
“Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, sì!”
Ha risposto “sì!” anche stavolta, all’ultima chiamata ufficiale.
Ora che non c’è più il Presidente Carlo Azeglio Ciampi, cerchiamo almeno di avere cura della sua eredità umana.
Questo non vuole essere un commento politico quanto, piuttosto, un piccolo gesto di riconoscenza ad un uomo che ha dato lustro alla nostra amata città nelle più importanti istituzioni nazionali ed internazionali, portando sempre con sé l’odore di salmastro.
Livornese verace, europeista convinto, statista, Ciampi – tra i molti meriti (a mio avviso) – ha avuto quello di riavvicinare gli italiani e le italiane al proprio inno nazionale, sdoganando il termine “Patria”, e personificando i valori dell’Unità nazionale e del Risorgimento.
Fu Presidente della Repubblica amatissimo, colui che ci guidò nel nuovo millennio: si imponeva sottovoce, con il grande dono dell’empatia con la gente, del dialogo franco e della battuta di spirito, valori fondanti dell’Associazione LUI, .
Con lui al Quirinale, forse, ci siamo avvicinati un po’ di più l’un con l’altra, strinti dal verde, bianco e rosso del suo amato Tricolore.
Un padre, uno zio, un nonno per le italiane e gli italiani: anche i detrattori politici e gli euro-scettici dovranno dar atto almeno di questo.
Non un “uomo d’altri tempi”, bensì un nostro contemporaneo a cui ispirarsi.
Spero tanto che la sua Livorno non lo dimentichi, come sta facendo con altri illustri concittadini del passato, e da queste righe propongo che l’attuale Piazza Grande sia al più presto intitolata a Carlo Azeglio Ciampi.
Che la terra ti sia lieve.
(Gabriele Lessi)